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Posts Tagged ‘patto finzionale’

Leggendo “Cigni selvatici”, continuavo a pensare: “C’è qualcosa che non va… questa non è vera letteratura…”.

Scorrendo via via le pagine, questa sensazione era talmente insistente, che mi ha portato a domandarmi: Ma cosa si intende per letteratura? Perché consideriamo un testo Letterario ed un altro no? Di fronte alla vastità, ad esempio, dei libri in biblioteca, c’è un criterio “oggettivo” per classificarli?

Per non cadere nell’estrema soggettività si può mettere un po’ di ordine seguendo la distinzione del linguista americano Roman Jakobson tra le molteplici funzioni della lingua. Secondo questo studioso, in relazione agli usi diversi del linguaggio, e cioè in relazioni alle sue funzioni, possiamo distinguere tra i vari testi.

 

 A) testi che servono per informare e per descrivere (cronache, riassunti, relazioni verbali, trattati tecnici e scientifici, saggi storici etc.)

 

B) testi che servono per esprimere stati d’animo o sentimenti, oppure l’opinione dell’autore su un contesto storico, o su una situazione: diari, memorie, confessioni, lettere, giudizi personali, commenti critici.

 

C) testi che servono per chiamare in causa il destinatario e tendono ad agire su di esso suggerendogli o imponendogli un certo comportamento (codici, testi di leggi, guide turistiche o letterarie, testi politici e propagandistici, testi commemorativi  messaggi pubblicitari)

 

D) testi che servono per chiarire l’uso del linguaggio (dizionari, testi di grammatica, etc)

 

E) Testi poetici e narrativi: testi in cui la forma ha lo stesso valore o più valore del contenuto in quanto è chiamata a valorizzarlo; l’autore sfrutta tutte le potenzialità della lingua (arricchire il messaggio di significati connotativi) per finalità estetiche.

Incentrata sul messaggio, la funzione poetica sfrutta le risorse connotative della lingua, cioè le possibilità della lingua non solo di descrivere e di informare, ma anche di evocare una rete di immagini, di valori e di emozioni, di sensazioni e di ideali tra loro connessi sia sul piano del significato (temi, contenuti) sia su quello del significante (timbro, ritmo).

Va chiarito assolutamente che quasi sempre le funzioni sono mescolate, ma noi dobbiamo cercare la funzione prevalente.

 

Ecco un piccolo esempio di A) Informare B) esprimere sentimenti E) usare tutte le possibilità della lingua per finalità estetiche.

 

A) Nella seconda metà d’agosto si verificano violenti temporali e il clima si fa più freddo: si approssima, infatti, l’equinozio d’autunno.

 

B) “Non c’è niente di peggio di questi maledetti temporali d’agosto, improvvisi e violenti. Che tristezza! Mi fanno pensare che si avvicina l’autunno.”

 

C)

Autunno. Già lo sentimmo venire

Nelle piogge d’agosto

Silenziose e piangenti,

e un brivido percorre la terra… (V. Cardarelli)

 

Allora perché “Cigni Selvatici” non rientra nella vera letteratura?

 

1) “Cigni Selvatici” è un testo che potremmo classificare nella categoria Diari o memorialistica; la sua funzione prevalente è informarci su quanto è successo in Cina nell’ultimo secolo; certo, c’è anche la funzione espressivo-emotiva, in quanto l’autrice vuol farci partecipi delle atrocità che la nonna, la madre e lei stessa hanno vissuto. Al contrario, non si può proprio sostenere che la principale preoccupazione dell’autrice sia curare la forma, o lo stile, o tentare di coinvolgerci in un piacere estetico.

 

2) L’altro limite del libro è la necessità delle informazioni extratestuali: per capire davvero il libro, io devo conoscere moltissime informazioni (che nel testo non sempre ci sono o spesso vengono date per scontate) sulla storia della Cina, ad esempio sapere cosa è il Kuomintang, la rivolta dei Boxer, la guerra di Corea etc.

Al contrario, un buon libro di letteratura deve poter essere letto “in sé”, da solo, e io devo poter trarre dalla lettura piacere o bellezza anche senza un’attività propedeutica. Tutte le altre informazioni extratestuali (biografia autore, contesto storico etc) non devono essere assolutamente necessarie; vado alla ricerca di quelle informazioni solo se voglio approfondire, cioè se voglio accedere a altri livelli di lettura. 

 

3) Per finire, penso che “Cigni Selvatici” non rientri nei testi letterari per un’altra ragione, che riprendiamo dall’analisi di Umberto Eco.

La regola fondamentale per affrontare un testo narrativo è che il lettore accetti, tacitamente, un patto finzionale con l’autore, quello che Coleridge chiamava “la sospensione dell’incredulità”. Il lettore deve sapere che quella che gli viene raccontata è una storia immaginaria, senza per questo ritenere che l’autore dica una menzogna. Semplicemente, come ha detto Searle, l’autore fa finta di fare una affermazione vera. Noi accettiamo il patto finzionale e facciamo finta che quello che egli racconta sia veramente avvenuto.

Durante la lettura di “Cigni Selvatici”, noi non abbiamo bisogno di entrare in quella dimensione di “sospensione dell’incredulità”, anzi, ci comportiamo come di fronte ad un saggio storico: sappiamo che stiamo leggendo resoconti di vere vicende, confrontiamo date, impariamo nomi etc., ma certo non siamo propriamente nella dimensione sognante della vera letteratura.

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